Lo studio mira ad analizzare le rappresentazioni del pubblico italiano fruitore di prodotti cinematografici e offrire così elementi utili sia alle istituzioni sia al mercato per il rilancio delle sale e il rinnovo dell’offerta.
Lo scorso 6 settembre presso gli spazi dell’Italian Pavilion, nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia, è stato presentato lo studio “Gli italiani e il cinema – La fruizione di film dentro e fuori le sale italiane” a cura di SWG S.p.A. per la Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura.
Lo studio mira ad analizzare le rappresentazioni del pubblico italiano fruitore di prodotti cinematografici e offrire così elementi utili sia alle istituzioni sia al mercato per il rilancio delle sale e il rinnovo dell’offerta.
Di seguito i vari aspetti e le tendenze emerse dallo studio.
I consumi audiovisivi (in senso ampio) sono una delle attività preferite entro una popolazione che soffre una carenza di tempo libero per attività maggiormente strutturate.
Oltre due terzi degli italiani guardano regolarmente film. Le serie stanno raggiungendo una platea di dimensioni simili, ma con caratteristiche demoscopiche differenti.
I generi di film preferiti sono: in primis la commedia, seguita da comico, azione, avventura e giallo/noir. Si tratta in larga parte generi di pellicole che tendenzialmente gli italiani preferiscono vedere a casa in streaming.
Il giudizio sulle produzioni italiane e hollywoodiane premia le seconde, in particolare ritenendole più spettacolari, avvincenti, emozionanti, innovative e da vedere al cinema. Il cinema italiano è vissuto maggiormente come un bene culturale.
Nel 2022 sono andati al cinema meno di 4 cittadini su 10, contro gli oltre 6 del 2019. Oltre il 30% degli italiani ha ridotto o sospeso la propria frequentazione delle sale.
Le motivazioni addotte per la riduzione della frequenza in sala sono legate in primis al timore del contagio Covid-19, seguito, viceversa, dall’insofferenza verso la profilassi sanitaria. Ma c’è anche chi ha perso l’abitudine, si è impigrito, non può permetterselo o afferma che non siano usciti film interessanti.
Guardando alla voglia di cinema per l’autunno, in una situazione di normalità, la platea delle sale potrebbe tuttavia potenzialmente tornare ai livelli pre-Covid.
Le principali condizioni che potrebbero favorire un massiccio rientro nelle sale sono: un autunno pandemicamente ‘normale‘ e un prezzo del biglietto intorno agli 8 euro per una prima visione.
Non vi è una preferenza netta tra le grandi sale commerciali e sale indipendenti, ma le due tipologie intercettano target sensibilmente differenti.
Le principali richieste della clientela per tornare in sala riguardano in particolare un’offerta di film più interessante, la sicurezza sanitaria, così come maggiore comfort e innovazione tecnologia.
Un’offerta di gadget legati ai film, concorsi per biglietti, eventi e festival riscaldano maggiormente la platea giovanile, attività mondane (aperitivi, socializzazione, ecc.) attirano nicchie più specifiche, mentre gli anziani preferiscono una sala dove vengono proiettati semplicemente i film, senza attività o servizi accessori.
Una finestra di esclusiva di 3-4 mesi per le sale prima dell’uscita online avrebbe potenzialmente impatto sul 13% dei cittadini, mentre il 47% attenderebbe sempre e comunque l’uscita in streaming per la visione domestica.
Il report e il materiale stampa sono scaricabili dalla seguente pagina: https://cinema.cultura.gov.it/pubblicazioni/gli-italiani-e-il-cinema-la-fruizione-di-film-dentro-e-fuori-le-sale-italiane-2/.